“E’ vero, credetemi è accaduto…” Potremmo iniziare così l’articolo, citando una bellissima quanto famosa canzone italiana. Citazione azzeccatissima, che rappresenta pienamente la mia (e probabilmente la vostra) reazione di fronte alla notizia: Sanremo ha il suo gioco di carte. IL FESTIVAL DI SANREMO HA IL SUO FOTTUTISSIMO GIOCO DI CARTE. Rimanendo in tema musicale, se lo stupore viene riassunto dalla frase di Modugno, il degrado seguentemente suscitato viene rappresentato magnificamente da una qualsiasi imprecazione del noto gruppo musicale nostrano “San Culamo” (autori di successi internazionali come “M’hanno scomunicato” e “Hanno ucciso l’asinello”).

Sanremo

Tornando a noi… Come non considerare degradante o semplicemente TRASH una cosa del genere? Il nome poi: SanremoN. Mi ricorda quel MEME di Mr. Burns che in una classe tenta di avvicinare i poveri ragazzetti presenti…

Eppure, eppure… mi son dovuto ricredere. Almeno in parte. Incuriosito, son voluto entrare nel merito della questione. Vado quindi sul sito di Sanremo dove trovo subito la pagina dedicata al gioco. Troviamo, in breve, questa descrizione:

SanremoN è un gioco di carte collezionabili che celebra 67 anni di vicende e personaggi del Festival di Sanremo contestualizzandoli in un universo fantasy.  Il mazzo è composto da 40 Carte (scaricabili gratuitamente su www.sanremo.rai.it), così suddivise:

  • 29 Creature
  • 8 Incantesimi
  • 3 Creature Leggendarie

Scopo del gioco? Riuscire a portare i punti vita dell’avversario a 0

Sanremo Sanremo  Sanremo

Sanremo
Il regolamento è scaricabile dal sito: nulla di impegnativo, ma neanche esageratamente banale.
Il pezzo forte, comunque, arriva inaspettatamente dalle carte: mi aspettavo una cagata relativa alle “star” attuali, scontata e mainstream. E invece no. Assolutissimamente no. Le carte sono tutti richiami a storici artisti o personalità della musica italiana, da Lucio Dalla a Battisti, all’indimenticabile Pippo Baudo. Le descrizioni delle carte e il loro adattamento fantasy sono certamente inusuali ma dannatamente divertenti. Soprattutto se si conoscono i personaggi rappresentati. Alcuni nomi poi sono fantastici. Pippo Baudo diventa “PiBa, Signore dei draghi”. Alcuni sono difficili da riconoscere, io ne ho circa 10 su 40. Cimentatevi anche voi, io ci ho perso 20 min.

Concludendo, l’opinione è decisamente positiva: il progetto non vuole porsi come qualcosa di fantastico ma anzi interpreta in maniera verosimilmente fantasy e a tratti brillante l’intento evidentemente ironico. La morale insegnataci non può che essere una: dal degrado al genio la distanza è un passo… O,  proprio come la malizia, è negli occhi di chi guarda.