Il 19 Maggio il TG4 decide di mandare in onda il solito servizio anti ISIS, documentando l’arresto di due fratelli tunisini che si trovavano rispettivamente uno a Foggia (e non Bari, che altrimenti Fraws si inalbera…Foggia!) e uno a Padova, colpevoli di aver inneggiato all’ISIS ed essere in contatto con integralisti islamici. Nel proseguire quanto detto, la nostra simpatica quanto incompetente Simona Peverelli (autrice del servizio), decide allora di ricordarci come in Puglia non sia la prima volta che scatta l’allarme jihadisti. Ecco quindi che ci mostra il vecchio caso di un operaio italo-albanese arrestato nel barese (provincia di Bari…ti sei salvato di poco Fraws) illustrandoci, tra le altre cose, i contenuti del suo PC. Tra questi, un capitolo di una saga di fama mondiale nota ormai praticamente a chiunque: Assassin’s Creed.
Da qui in poi lo sfacelo.
La morte della decenza, del giornalismo, del servizio pubblico.
Mentre venivano riprodotte alcune scene di gioco, la nostra Simona in sottofondo spiega agli spettatori: “Questo il suo videogame preferito, che simula l’attacco dell’ISIS al Louvre di Parigi”. Fine.

 

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Arno Dorian: jihadista ormai noto alle forze dell’ordine

La puntata integrale è stata abilmente rimossa dai canali ufficiali Mediaset; fortunatamente, il pezzo incriminato è stato salvato e messo su Youtube da svariati utenti:

A caldo, le prime impressioni che vengono spontanee sono principalmente quattro:

1) Scopriamo come i jihadisti, oltre ad avere una vita evidentemente triste, non capiscono un c***o di videogiochi. Ancora più triste
2) Dannato TG4, sei riuscito a costringermi a prendere le difese di Ubisoft
3) La Mediaset ha seri problemi nella scelta di autori e revisori
4) Non possiamo lamentarci se le persone parlano di cose che non sanno quando addirittura coloro che dovrebbero occuparsi del far sapere le cose agli altri (“giornalisti”), non le sanno a loro volta

Da quest’ultimo punto lo spunto per l’articolo tutto. Non voglio star qui a parlare per la millesima volta di come l’opinione pubblica continui a non capire assolutamente nulla di videogiochi, continuando a parlarne indegnamente e irrispettosamente. Voglio invece partire da questo accaduto e utilizzarlo come esempio innanzitutto per ricordarvi una cosa: non fate lo stesso errore di Simona Peverelli. Ve lo chiedo per favore. Non parlate, non fatelo MAI, di cose che non conoscete o che sapete non conoscere a fondo. Ve ne prego. “Ognuno al posto suo”. Ma non per arroganza o elitarismo: al contrario, a favore di una sana e corretta autocritica. Non si può e non si deve essere esperti di qualsiasi cosa, non millantatevi tali. Perché ricordatevi, la disinformazione oltre ad evidenziare l’ignoranza di chi la pronuncia, può potenzialmente creare un danno incalcolabile alla conoscenza o alla saluta collettiva (vedi antivaccinisti).

Parlando di danni passiamo quindi all’ultima riflessione da cui prende il titolo questo editoriale. Di danni quel servizio ne ha fatti probabilmente parecchi. Dieci dannati secondi saranno riusciti a convincere nonni, zii, genitori ignari di tutta Italia che un videogioco in particolare inneggia al terrorismo. Voglio quindi farvi riflettere su come, potenzialmente, qualsiasi cosa ci venga propinata da giornali, telegiornali, radio possa essere una cagata pazzesca (cit.). Voglio quindi farvi riflettere con quanta facilità e con quanta velocità chiunque, che sia un canale di informazione rinomato o vostro cugino, possa farci credere vere o false cose a proprio piacimento. Qui tocchiamo poi un altro punto chiave: l’ignoranza. Perché in questo caso non parliamo di manipolazione dell’informazione voluta da capi di governo, dagli illuminati o dai servizi segreti: qui parliamo di manipolazione dell’informazione dovuta all’ignoranza della signora Simona Peverelli, “giornalista” del TG4. Certo, che i mezzi a disposizione di un giornalista lo rendano notevolmente più pericoloso per l’incolumità della Verità è ovvio, ma è anche vero che ognuno di noi deve fare la sua parte, e vi rimando al monito precedente. Potreste fare la fine di Simona.
Voglio allora porvi una domanda: se l’ignoranza da sola, in buona fede (si spera, non avrebbero tolto il video) e disorganizzata, riesce ad avere risultati del genere, riuscite ad immaginare quanti danni e quanta informazione manipolata riuscirebbe a creare un servizio creato ad hoc con la consapevolezza e la capacità di farlo? Riuscite ad immaginare con quanta facilità l’opinione pubblica possa essere indirizzata da una parte o dall’altra in questioni ben più importanti dei videogiochi, come questioni politiche e/o sociali? Avete l’idea della quantità di sciocchezze di cui tutt’ora, in questo preciso istante, siete assolutamente sicuri?

Arrivati a questo punto viene spontaneo chiedersi: “Chi controlla i controllori?”. Nulla di più facile. Voi. Siete voi. Siete voi a dover controllare il TG4, la Rai, il Corriere e qualsiasi altro mezzo di informazione. Come? Con quella che possiamo finalmente proclamare la cura a tutto ciò: la conoscenza. Conoscenza che andrà ricercata, comparata e infine scelta: sarete voi, e non il TG4, a essere diretti padroni dei vostri pensieri, dei vostri giudizi, della vostra vita. Certo è un compito difficile che richiederà costanza e determinazione, ma la scelta è solo vostra: servi della vostra vita o finalmente suoi padroni?

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