Negli ultimi anni Sony ha deciso di intraprendere una strategia di mercato abbastanza decisa, producendo in maniera autonoma (e non come nel passato appoggiandosi a software house esterne) i propri titoli e bisogna darne atto, i risultati ottenuti sono stati veramente ottimi, basti pensare agli ultimi titoli come Horizon Zero Dawn, Uncharted, Last of Us o anche il tanto discusso The Last Guardian.

Ma se c’è qualcosa che al momento manca nel parco titoli prodotti da Sony in maniera diretta è un J-RPG di grande spessore che possa accogliere i tanti appassionati del genere che sono rimasti un orfani di giochi di qualità negli ultimi tempi.

Proprio su questo argomento, il presidente di Sony Interactive Entertainment Japan and Asia, Atsushi Morita e il presidente dei Sony Worldwide Studios, Shuhei Yoshida, hanno voluto dire la loro durante il National Entertainment Festival di Gifu, Giappone.

Shuhei Yoshida, presidente della Sony Worlwide Studios

Da buoni presidenti di compagnia, quello a cui Morita e Yoshida guardano è soprattutto il profitto e quindi, visto l’aumento sostanzioso dei costi per lo sviluppo dei videogiochi, la Sony ha deciso di puntare forti su progetti che avrebbero assicurato un certo successo su scala globale.

Ma visto che diversi giochi con target chiaramente nipponico stanno avendo successo anche all’estero, ci potrebbe essere un interessamento da parte di Sony nella produzione first-party di un J-RPG, anche se al momento non vi sono nè conferme nè smentite.

D’altronde Sony deve tanto al genere visto che era il 1997 e da pochissimo sul mercato console con la sempre mai troppo acclamata Playstation 1, accoglie per la prima volta un titolo appartenente ad un genere che fino ad allora aveva fatto faville in terra natia, ma non aveva mai sfondato nel mercato occidentale: Final Fantasy VII (in co-produzione con la Squaresoft, quella che oggi conosciamo come Square Enix)

Per molti l’amore per i J-RPG nasce con questa schermata

Sappiamo tutti come è andata, il successo che ha avuto (meritatamente) e da quel momento in poi i J-RPG (Japanese Role Playing Game che avevano la caratteristica di avere un combattimento a turni nel quale si poteva selezionare volta per volta una diversa abilità o uso di oggetti) proliferarono avendo una vera e propria età dell’oro (non solo gli episodi successivi di Final Fantasy, ma pensiamo anche a titoli come Xenogears, Alundra, Pokémon e tanti altri), facendo anche da apripista per un sottogenere come quello dei Tactical RPG, ancor più di nicchia, che annoverano tra le proprie file capolavori come Final Fantasy Tactics (ad oggi forse ancora il miglior gioco del genere) o Tactics Ogre, oltre alle prime apparizioni in occidente del franchise di Fire Emblem.

Ma come tutte le età dell’oro, prima o poi devono finire e non sono sfuggiti a questa regola neanche i J-RPG, che con l’arrivo nel mercato di Action RPG di grandissimo livello, hanno iniziato a perdere appeal e convincere alcuni publisher ad abbandonare il classico sistema “Turn-based” dei loro giochi per esplorare nuove soluzioni (basti pensare alla Square Enix che fece un primo esperimento con Kingdom Hearts e, visto il successo riscontrato, prosegui la produzione di titoli di questo genere, fino a trasformare anche la saga di Final Fantasy in un Action RPG con il 13esimo capitolo, anche se già nel 12esimo si era già intravisto qualcosa di diverso nel gameplay dagli episodi precedenti).

E così tutti le grandi software house hanno abbandonato più o meno gradualmente un genere che ha portato, nel caso di molte di loro, successo e fortuna, per seguire il trend del mercato che vedeva un pubblico sempre più giovane avere accesso al mercato del videogioco (con la grande diffusione delle console, ma anche dei PC) e quindi una richiesta di titoli più “istintivi” e meno “ragionati“, lasciando solo a publisher di seconda fascia o indipendenti il mercato dei J-RPG (o magari svilupparli su console diverse come ad esempio i due Bravely su 3DS).

Il vero successore dei Final Fantasy è la saga di Bravely

Per fortuna le mode hanno corsi e ricorsi storici e il mercato del videogioco non è immune a questa “regola”. Come già accennato prima, proprio negli ultimi tempi tantissimi titoli pensati magari più per il mercato giapponese (basti pensare a Persona 4 e Persona 5, ma anche agli ultimi 3 capitoli di Fire Emblem) hanno riscosso un successo inaspettato anche dalle nostre parti.

Che sia l’inizio di una nuova fiorente epoca per il J-RPG e i suoi sottogeneri? In molto lo sperano e Sony, per consolidare la sua posizione di leader del mercato videoludico sarà, a mio avviso, sicuramente pronta ad approfittarne.