Avevamo già scritto qualche giorno fa dell’interessamento del governo belga sulla questione Loot Box.

Finalmente la commissione sul gioco d’azzardo belga ha dato il suo parere:

Le Loot Box presenti in Star Wars Battlefront II costituiscono gioco d’azzardo e la pratica dovrà essere bandita.

Ovviamente la questione non termina qui, visto che il ministro di Giustizia belga, Koen Geens, ha rimandato ora la decisione finale all’Unione Europea.

Senza considerare che anche il governo olandese ha aperto una pratica simile, che probabilmente finirà nella stessa maniera.

Ma se pensate che solo l’Europa abbia iniziato la sua lotta contro le Loot Box vi sbagliate di grosso.

Infatti anche i legislatori hawaiiani (e quindi membri degli Stati Uniti d’America) hanno iniziato la loro azione legale contro le Loot Box nei giochi.

Puntando il dito proprio contro il povero Star Wars Battlefront II, indicato dal democratico Chris Lee, come un casinò online a tema Star Wars, palese trappola per bambini (e non solo).

Lo stesso Lee ha dichiarato che vorranno mettere in piedi una legge che proibisca l’accesso o la vendita di questi titoli a minori per proteggere le famiglie (come avevo previsto nel mio articolo riguardo all’innalzamento del PEGI a 18+), ampliando il provvedimento a tutti i meccanismi simili (addio ai Gacha Games?).

Il governo hawaiiano sta anche parlando con altri Stati e pare che la politica messa in atto sia condivisa da altri legislatori che sono tutti concordi nel pensare che servano ormai nuove leggi riguardo il mondo dei videogiochi.

Nella conferenza è stato citato anche un emblematico caso degli anni 80 in cui gli Stati Uniti si schierarono contro il famoso Joe Camel, la mascotte della marca di sigarette, e alla stessa maniera, come all’epoca vietarono a Joe Camel di incoraggiare i bambini alla pratica del fumo, adesso vogliono impedire che Star Wars, marchio amato da grandi e piccini, possa essere accostato a quello del gioco d’azzardo.

Piccola riflessione personale: sono veramente euforico (cit.) che finalmente si stia muovendo qualcosa da questo punto di vista. Da videogiocatore e appassionato da oltre 30 anni, queste pratiche commerciali messe in atto da tantissime software house hanno rovinato l’esperienza di gioco di molti di noi.

Volete inserire le microtransazioni? Benissimo, nessuno lo vieta, ma se pago tot voglio sapere cosa sto comprando, che sia un DLC, un’arma iper-rara o semplicemente un outfit particolarmente figo.