Con My Hero One’s Justice sono oltre la decina i titoli basati su anime o manga che Bandai Namco ha rilasciato solo quest’anno.

Come si può facilmente intuire dal nome, questa volta è toccato ad uno degli Shonen più apprezzati del momento, My Hero Academia, che sta spopolando oltre che in Giappone anche negli Stati Uniti, paese solitamente molto diffidente verso i prodotti fumettistici che provengono dal Sol Levante.

ONE FOR ALL

Per i pochi che non conoscono il mondo di My Hero Academia è doveroso fare un piccolo riassunto in quanto la  Story Mode presente nel gioco segue in maniera abbastanza fedele gli avvenimenti del manga.

My Hero One’s Justice si ambienta in un mondo alternativo dove nascere con dei poteri, chiamati “Quirk“, è praticamente la normalità.

Il protagonista della serie, Isuzu Midoriya, chiamato anche Deku, è uno di quei pochi sfortunati che nasce senza Quirk, ma è comunque smosso da una insana voglia di aiutare e proteggere il prossimo. Questo suo carattere altruista ha attirato l’attenzione del più grande eroe di tutti i tempi, All Might, che decide di scegliere proprio il buon Midoriya come suo successore grazie al fatto che il suo Quirk, chiamato One for All, può essere trasferito da una persona all’altra. Una volta in possesso del Quirk One for All, Midoriya riesce ad iscriversi al Liceo Yuei, una vera e propria accademia per gli eroi del domani.

Pronti alla battaglia?

La storia di My Hero One’s Justice ha inizio dal festival scolastico del Liceo Yuei, quando Midoriya incontra Gran Torino, il vecchio insegnante di All Might, che farà da tutor anche al giovane eroe, in quello che è a tutti gli effetti un semplice tutorial.

La Story Mode di My Hero One’s Justice inizia quindi con un combattimento scriptato contro Gran Torino in cui apprendiamo tutte le basi del gioco: a nostra disposizione abbiamo un solo attacco semplice, utilizzabile con il quadrato (ovviamente tutti i tasti sono modificabili attraverso l’apposito menù), mentre il resto dei tasti a nostra disposizione attiva le diverse emanazioni del Quirk del personaggio scelto.

Oltre ai tasti per gli attacchi è possibile effettuare salti, scatti e parate, ma soprattutto si può combinare il tutto: dopo aver effettuato un salto, si può eseguire il doppio salto o partire con un scatto, il tutto concluso con attacchi o Quirk provenienti dall’alto. In questa maniera la tridimensionalità del campo di battaglia viene sfruttata in lungo, largo e alto.

Non potevano mancare le mosse “Plus Ultra”: ne abbiamo a disposizione tre, che si attivano a seconda della nostra barra di energia dedicata agli attacchi. Sono utilizzabili con la pressione di L1+Triangolo per la Plus Ultra di livello 1, L1+Cerchio per quella di Livello 2 mentre per quella di livello 3 bisogna fare prima una piccola precisazione.

Una delle spettacolari Plus Ultra di All Might!

A differenza di molti dei titoli visti fino ad oggi della Bandai Namco, My Hero One’s Justice torna agli scontri 1 contro 1 (eravamo stati abituati a dei 3 contro 3), con la possibilità di usare due personaggi come “Sidekick”, richiamabili in battaglia tramite la pressione di L2 e R2. Una volta caricata al massimo la barra degli attacchi e avendo fuori cooldown l’uso dei due sidekick, è possibile attivare la Plus Ultra di livello 3 utilizzando la combinazione L1+Triangolo+Cerchio in una mossa altamente spettacolare che richiede l’uso di tutti e tre i personaggi.

Le arene di gioco sono piene di dettagli, fondamentalmente inutili, che però danno una grande soddisfazione al giocatore in quanto qualsiasi mossa tende a distruggere qualcosa su schermo, fornendo la sensazione di essere così potenti da spazzare via tutto quello che ci si para davanti, solo con le onde d’urto generate dai nostri colpi.

Tornando alle modalità di gioco, abbiamo già accennato alla Story Mode, che culmina con lo scontro con All for One, la nemesi di All Might. In questa modalità abbiamo modo di utilizzare praticamente tutti i personaggi presenti nel roster, in quanto vengono ricreate le situazioni viste nel manga, come ad esempio lo scontro durante gli allenamenti tra Midoriya e Bakugo contro All Might.

Alla fine di ogni fight della Story Mode ci viene assegnato un rank in base a come abbiamo combattuto e, a seconda del risultato, otteniamo dei reward da utilizzare negli editor dei personaggi. Una volta terminato lo scontro con All for One, il gioco ci chiede di ricominciare, ma questa volta saremo dalla parte dei cattivi: in questa maniera il giocatore può prendere confidenza con tutti i personaggi e le loro tecniche, prima di buttarsi nelle battaglie online.

Oltre allo Story Mode abbiamo i classici match in locale per “picchiarsi” allegramente con gli amici davanti allo schermo della TV, le battaglia online (con possibilità di giocare ranked o meno), un training mode abbastanza deludente (mancano le opzioni per far eseguire agli avversari certe combinazioni di attacchi per allenarsi sulla difesa) e i menù dove è possibile customizzare il nostro personaggio con gli oggetti estetici collezionabili.

Una modalità a parte è quella delle Missioni (la seconda fonte di oggetti per la customizzazione) dove viene richiesto di affrontare delle sfide, più o meno impegnative, con tre personaggi da noi scelti. Tra un combattimento e l’altro la vita dei personaggi utilizzati non viene curata al massimo, ma in nostro aiuto vengono oggetti, ottenibili tramite il sistema di reward di fine fight, che permettono di curarci o dare boost ai nostri attacchi.

La schermata di fine missione

Per quanto riguarda la profondità del roster c’è purtroppo da bacchettare Bandai Namco e Byking: My Hero Academia è uno degli shonen con più personaggi presenti all’interno della storia, ma la selezione operata dalla software house all’interno di questo titolo è abbastanza scarna, e non resta che affidarci agli eventuali DLC.

Dal punto di vista tecnico My Hero One’s Justice fa il suo lavoro: l’azione è molto frenetica, anche se a volte la telecamera fatica a stare dietro ai combattenti (con tanto di cambio di inquadrature quando si combatte vicino ai muri in aria), ma non presenta mai rallentamenti. Dal punto di vista sonoro invece nessun doppiaggio in inglese (l’italiano scordiamocelo proprio per questi giochi) ma per lo meno sentire le voci originali giapponesi  è sempre un piacere.

My Hero One’s Justice non ambisce assolutamente ad essere un punto di riferimento del mondo dei giochi di combattimento, ma riesce perfettamente in quello per cui è stato creato: divertire senza troppi fronzoli. D’altro canto questo genere di giochi si regge molto sull’amore che il fandom mostra per i personaggi presenti e My Hero Academia, al momento, è tra i più seguiti e apprezzati.