Diario di bordo, giorno 1

Adesso vi racconto il mio primissimo impatto con Atlas, durato circa un’ora e mezza. Sottolineo che quanto accaduto non è stato filtrato od accentuato, è semplicemente un racconto di quanto accaduto:
scarico il gioco senza problemi tramite un codice fornito dalla software house; lo avvio; creo il mio PG con tanto di tatuaggio zona gola della celebre Phava di Fraws esposta al MOMA; spawno nel mondo; io, con una misera RTX 2080, ero abbastanza sicuro di reggere tutto quanto quindi imposto, ancora prima di avviare la partita, tutto ai settaggi massimi. Una volta comparso nel mondo di gioco, dopo circa un paio di minuti di caricamento e con l’idea che tutto si fosse bloccato, ovviamente comincia a laggare ed a scattare in maniera ignobile e, senza capire come, muoio. Prima di respawnare abbasso tutti i settaggi e la risoluzione, respawno ma questa volta in cielo, cado verso il terreno e muoio; respawno nuovamente, mi attaccano dei serpenti, muoio; respawno ancora una volta, sott’acqua, in mezzo all’oceano, preferisco suicidarmi per impostare un nuovo punto di rinascita. Da qui si susseguono circa quaranta minuti di cambio di punti di spawn e conseguenti morti per annegamento, cadute dal cielo, bug che mi fanno rinascere in un paradiso etereo in cui vedo solo bianco e delle nuvole, fino a quando, finalmente, compaio in una città. In mezzo alle montagne ed alla neve, e muoio di freddo.

Giusto un pelo di difficoltà a caricare le texture

Diario di bordo, giorno 2

Anche se il primo giorno è stato alquanto traumatico non devo demoralizzarmi. Prima di avviare la partita capisco che ho bisogno di aiuto. Scrivo un post nel subreddit dedicato ad Atlas chiedendo aiuto su come iniziare. Capisco quindi che la cosa migliore da fare è partire da un Freeports, cioè una zona all’interno della quale è già presente un porto e degli NPC ed in cui è possibile cominciare a recuperare i primi materiali. La quantità di materiali richiesti per la creazione di oggetti è piuttosto esosa ma è anche semplice trovarne. Il sistema di farming è piuttosto elementare: mentre si cammina in giro si può tenere premuto E in modo da raccogliere fibre e sassi, poi basta prendere a pugni per un minuto un albero in modo da creare il primo piccone, e da lì è tutto in discesa (circa). Dopo pochi minuti è possibile creare ascia, fuoco da campo, lancia, letto e box in cui mettere materiali. Ogni azione fa aumentare la barra dell’esperienza e, di conseguenza, fa aumentare di livello permettendoci di incrementare una delle nostre statistiche (vita, peso trasportabile, stamina e così via) e di imparare anche una serie di abilità legate all’attacco, all’addomesticamento degli animali o alla navigazione. Inoltre è possibile imparare a creare nuovi oggetti tramite un sistema ad albero mal concepito e di difficile interpretazione. Perfetto, il mio set da sopravvissuto è pronto. Vi consiglio di creare in primis il letto, in modo da avere un punto di respawn fisso. All’interno dei Freeports è presente anche un NPC da cui è possibile acquistare una zattera o una piccola barchetta. Meglio prepararsi, uccido qualche animale per raccogliere un po’ di carne per il viaggio che mi aspetta, compro la barca, piazzo il letto, faccio un altro paio di spostamenti per il Freeports (diviso in nord, sud, est ed ovest) e spengo. Domani inizierà la mia odissea, sono fiducioso!

Questo è ciò che ho visto durante i miei primi respawn

Diario di bordo, giorno 3

La barca è scomparsa, insieme a tutti gli oggetti che avevo farmato, il box pieno di materiali e il fuoco da campo pieno di succulente bistecche cotte e carbone. E anche i miei livelli sono scomparsi. È come se il mio PG si fosse resettato. E no, ho controllato e il server non era stato riportato indietro di qualche ora nè sono stato attaccato, sono un server PvE. Ho ancora la possibilità di aggiungere tutti i livelli fatti fino ad ora ma ho perso tutto. Spaesato chiedo in chat dove potrebbe essere la mia barca e mi chiedono se ho viaggiato da un determinato cluster ad un altro o comunque fatto spostamenti veloci in determinate direzioni. Rispondo di sì, mi dicono che è un bug, capita, devo ricominciare a farmare. Spengo.

Ecco la divisione del mondo di gioco. Una mega mappa divisa in cluster, ognuno come fosse un server a se stante.

Diario di bordo, giorno 4

No, oggi non gioco.

Diario di bordo, giorno 5

Meglio rimboccarsi le maniche. Ripeto tutto quanto quello fatto durante il giorno 2. Farmo, aumento di livello, imparo a costruire oggetti, compro la mia prima zattera e via. Questa volta funziona tutto e mi ritrovo, finalmente, a navigare. Il sistema di navigazione non è proprio ben realizzato ma almeno è comprensibile. Prima di mettersi al timone bisogna aprire le vele e, tramite un pratico schemino riportato sempre in alto a destra, provare a seguire il vento in modo da andare più veloce. Il “problema” è che, se si sta al timone, per abbassare le vele bisognerà “uscire” dalla guida, cliccare sulle vele e modificarne l’apertura. C’è da farci l’abitudine ma, almeno, funziona, anche se non troppo bene, meglio non farci caso. E così navigo. Direzione est, verso un altro cluster. E basta, per altri venti minuti abbondanti non succede niente. Navigo. Ogni tanto spunta un delfino che, saltellando a pelo d’acqua, segue la zattera e la scena è stata anche interessante a suo modo: il delfino non si è buggato. La mappa è decisamente più grande di quanto immaginassi ed i tempi di navigazione tra le varie zone sono incredibilmente lunghi. Finalmente, dopo un paio di video di YouTube di attesa, arrivo. Da lontano scorgo terra, avvicinandomi vedo anche tante navi, non zattere, ma proprio enormi galeoni con un sacco di gente. Finalmente un po’ di vita! Sbarco, mi insegue un coccodrillo, muoio. Respawno sulla barca, saldamente ancorata sulla riva, compare un coccodrillo vicino, muoio. Per oggi direi che può bastare.

Le gioie del mio primo viaggio

Diario di bordo, giorno 6

Capisco che il gioco ha problemi che non voglio superare, perlomeno non da solo. Ovunque, sia su Reddit che sul forum ufficiale, consigliano di giocarlo in compagnia, che così diventa più semplice da affrontare. La vita per un pirata solitario è impossibile nel mondo di Atlas, almeno per ora. Lo chiudo, sperando un giorno di riaprirlo e trovarlo cambiato ma per ora non merita il mio tempo. Ho anche provato un server non ufficiale con esperienza e loot moltiplicati per 8 ma, semplicemente, si arriva prima ad incontrare qualche bug o a morire per mano di strani mostri. Sembra che gli sviluppatori abbiano scordato tutto ciò che di buono hanno imparato dallo sviluppo di Ark. Non mi resta che aspettare e sperare.