PREMESSE: l’intento dell’articolo è di stilare un manifesto del videogioco. Manifesto dovuto e voluto non solo per descrivere correttamente ma per finalmente valorizzare come merita la nostra meravigliosa passione, che troppo spesso sento e vedo sminuita dall’opinione generale. Per farlo nella maniera migliore mi occorreranno molte righe, quindi se non avete tempo o voglia per leggerle tutte tornate in seguito, è importante la vostra attenzione. Cominciamo.
Cos’è un videogioco?

Per provare a rispondere correttamente, di domanda dobbiamo prima porgercene un’altra: cos’è l’arte?
E’ difficilissimo stabilirlo con certezza. Per rendere la risposta la più giusta possibile, iniziamo limitandoci ad elencare le discipline che da sempre vengono considerate tra le principali forme d’arte: la letteratura, la musica, le arti visive. Poesie, racconti, intrecci di note, un paesaggio dipinto (e non): arte, fino a qui ci siamo. Adesso però proviamo a rispondere in maniera più dettagliata, proviamo ad identificarne l’essenza. I dibattiti su cosa davvero sia l’arte e a cosa debba servire vanno avanti da secoli, anche se le posizioni principali continuano ad essere sostanzialmente due: c’è chi afferma che l’arte debba puntare esclusivamente alla ricerca del BELLO assoluto (fine a se stesso), e chi invece è convinto che la forma non debba essere preferita a discapito del contenuto, che deve avere un fine didattico e utile. Una terza posizione più “moderna” e da me condivisa, si limita in modo generico a considerare arte qualsiasi cosa generi un’emozione.
Ricapitolando: l’arte è visibile, leggibile, ascoltabile e deve essere almeno o Bella, o utile o emozionante.

Adesso possiamo approcciare in maniera migliore la prima domanda: cos’è un videogioco?

Sicuramente è letteratura: molti videogiochi (vedi Metro 2033, Final Fantasy, Bioshock e ovviamente The Witcher) si basano su romanzi di ottima fattura di altrettanto ottimi scrittori, da cui poi tirano fuori sceneggiature e dialoghi. Per le storie originali, invece, vengono ingaggiati veri e propri “professionisti”, detti anche autori o screenwriter, che si occupano solo ed esclusivamente di inventare e curare la trama.

 Sicuramente è musica: le colonne sonore sono diventate così importanti da venir considerate tratti distintivi di un videogame, tanto da esser commissionate ad artisti già affermati come Trent Reznor, Korn, Jose Gonzalez.

 Adesso, grazie ai grandi progressi in ambito grafico, sicuramente è anche arte visiva. Se non mi credete, vi sfido ad ammirare un paesaggio di The Witcher 3 o uno screenshot di Fallout 4 senza rimanere a bocca aperta.

Videogioco
Uno screenshot in-game di The Witcher 3. Convinti?

È certamente utile: con i giochi non tradotti, si possono apprendere significato e pronuncia di tantissimi vocaboli stranieri prima sconosciuti. Inoltre, come in ogni storia, spesso è presente una morale o un insegnamento.

Che sia Bello ed emozionante, bhè, questo credo non possa essere messo in discussione. Cos’altro potrebbe incollare sugli schermi milioni e milioni di persone, appassionandole e coinvolgendole? Soltanto chi non si è mai interessato a questo mondo potrebbe negarlo. Gusti permettendo, ovviamente, che comunque devono includere il rispetto (se a me non piace la danza non per questo non dovrei riconoscerne il meritato valore). Sia per coloro che giudicano senza aver mai provato sia per coloro che dopo averlo fatto non hanno gradito, consiglierei titoli come Red Dead Redemption, Starcraft, L.A Noire, inFamous, Metal Gear Solid, Kingdom Hearts. Riuscireste a cogliere l’emozione e la bellezza di cui vi parlo.

Ai videogiochi, inoltre, appartiene una caratteristica unica nel suo genere: la completa e totale immersione in quello che si sta facendo, sentendo, vedendo. Il livello di impersonificazione presente nei videogiochi è inarrivabile, nessun’altra attività permette di “vivere” un’avventura in questo modo (tolti i GDR live). Il videogioco è, probabilmente, l’esperienza multisensoriale definitiva.

Non scordiamoci, infine, delle magnifiche opportunità offerte dal multiplayer. La possibilità di incontrare e socializzare con persone da ogni parte del mondo è interessante oltre che fantastico. Ognuno di noi custodisce con gioia e nostalgia ricordi di splendidi momenti passati on-line con carissimi amici conosciuti in rete.

Bene, credo di aver detto tutto. Finalmente possiamo pronunciare con sicurezza, onestà e decisione il verdetto finale. Signori,          IL VIDEOGIOCO E’ ARTE.

Appurato ciò nessuno nega la presenza, come in tutte le arti, di prodotti scadenti. Questo però non può e non deve portare al disprezzo dell’arte in questione. Se esistono “artisti” come Gue Pequeno e ragazzi che giocano unicamente a FIFA, non possiamo di certo prendercela né con la musica né con i videogiochi.

Alla fine di questo lungo e tortuoso articolo, spero non solo di aver reso ancora più orgogliosi i videogiocatori, ma di aver abbattuto qualche stupido e ingiusto pregiudizio nei riguardi di questa splendida arte. Tenete comunque sempre a mente un’ultima cosa: si tende a giudicare ciò che non si capisce, che spesso coincide con ciò che non si conosce. Diffidate quindi da chi sentenzia con odio su qualsivoglia argomento: probabilmente non sa neanche di cosa parla.