Da domani, 29 settembre, sarà disponibile nei negozi il tanto atteso SNES Classic Mini, ma se in casa avete già un NES Classic Mini allora potete già ritenervi possessori, in un certo senso, della “nuova” console di Nintendo. Questo perché, secondo quanto dichiarato da Digital Foundry che ha analizzato l’hardware nella versione mini dello SNES, questo sarebbe identico a quello utilizzato dal NES Mini, il che spiegherebbe anche perché un anno fa era stata utilizzata tanta potenza per poter emulare giochi a 8-bit che ne richiedevano molta di meno.

In sostanza, tra NES Classic Mini e SNES Clssic Mini cambierebbe solo l’estetica:

A livello di hardware, abbiamo lo stesso Allowinner R16 SoC, con quattro ARM Cortex A7s accoppiati con una GPU ARM Mali 400 MP2. Hynix fornisce il chip di memoria singolo – un modulo DDR3 da 256 MB – e c’è una generosa memoria NAND da 512 MB.

La differenza proviene dal livello software che emula il Super NES, probabilmente costruito dal team di Nintendo European Research and Development (NERD) a Parigi, in esecuzione su piattaforma Linux open source. Il software non solo emula lo stesso Super NES, ma una serie di processori aggiuntivi specifici per i titoli selezionati, tra cui i chip Super FX e Super FX2 utilizzati per Star Fox, il suo sequel e Yoshi’s Islans, l’aggiornamento CPU SA1 utilizzato da Super Mario RPG e Kirby Super Star; anche Super Mario Kart utilizzava hardware aggiuntivo, il NEC DSP-1, replicato fedelmente dalla mini console.

Perché questa scelta da parte di Nintendo, se poi l’hardware non veniva sfruttato del tutto con il NES Mini? Ricordiamo che, per fortuna, l’azienda giapponese ha recentemente comunicato il proseguo della produzione dello SNES Mini per tutto il 2018 e la ripresa di quella del NES Mini dal prossimo anno: in questo modo sarà molto più facile gestirla, con un hardware identico che differenzierà le due console solo nel momento dell’installazione della scocca esterna e del software con cui giocheremo.